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Contenere senza nascondere: il dietro le quinte progettato bene

Ogni locale food ha i suoi “dietro le quinte”: spazi tecnici, scorte, attrezzature da riporre in fretta. Ma c’è modo e modo di gestirli. Il rischio è che ciò che dovrebbe rimanere funzionale diventi visivamente ingombrante. E in un ambiente in cui l’occhio del cliente è costantemente attento, un disordine mal gestito non è mai neutro: comunica trascuratezza. La progettazione, invece, può trasformare la necessità di contenere in un’occasione di design coerente, ordinato e persino valorizzante.

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Arredo modulare ≠ arredare a caso

Nel mondo dell’arredo per il food retail, la parola “modulare” è diventata sinonimo di libertà. Libertà di scegliere, combinare, cambiare. Ma c’è un punto su cui vale la pena soffermarsi: la libertà, da sola, non basta. Senza una visione progettuale, la modularità può trasformarsi in un’illusione di semplicità. E portare a risultati confusi, inefficaci, incoerenti. Un modulo è un elemento funzionale e autonomo, sì. Ma è nel dialogo con gli altri che costruisce un sistema efficace. Pensare di poterlo scegliere e collocare senza una progettazione integrata significa ridurre un’opportunità progettuale a una somma di scatole. E soprattutto, significa ignorare le vere potenzialità dell’arredo modulare.

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Più bello non vuol dire più redditizio: progettare con i dati

Nel food retail, la bellezza attira. Ma è la funzionalità che fidelizza. Un progetto d’arredo può essere scenografico, coinvolgente, perfino memorabile… ma se non è pensato per ottimizzare l’esperienza e incrementare la redditività, rischia di essere solo una bella cornice. Il vero valore nasce quando design e dati lavorano insieme. Perché progettare un locale non è un gesto creativo fine a sé stesso: è una scelta imprenditoriale che deve produrre risultati misurabili.

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Dall’orario di punta alla chiusura: progettare per l’intera giornata

Un locale ben progettato non è quello che funziona solo all’ora di pranzo. È quello che accompagna, senza soluzione di continuità, il ritmo dell’intera giornata: dalla prima colazione al take-away serale, passando per pranzi veloci, pause caffè, aperitivi e momenti di transizione. Ogni fascia oraria porta con sé esigenze differenti in termini di servizio, esposizione, comfort, velocità e atmosfera. E la progettazione, per essere davvero efficace, deve anticiparle tutte. Un buon arredo non basta: serve una strategia dello spazio in grado di dialogare con il tempo.

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Il lato oscuro del design: quando lo spazio crea stress (e non lo sai)

Ci sono locali dove si entra e si resta volentieri. Altri, invece, da cui si esce in fretta, senza sapere bene perché. Il prodotto è buono, il personale gentile, l’arredo anche curato. Eppure qualcosa non funziona. È un disagio sottile, spesso invisibile, ma reale. La causa? A volte è proprio lo spazio — o meglio, il modo in cui è stato progettato.

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